Cipria di fronte all’altare

Probabilmente ognuno di noi, al suono della parola Altare collega quel banco marmoreo e candidamente adornato dietro al quale un ministro del culto, anch’esso divinamente vestito ed ispirato, celebra una funzione religiosa tra palmi di mani al cielo, canti, preghiere e fumi d’incenso. Ne avremmo studiati (e detestati) almeno una dozzina tra le pagine di storia dell’arte, ma il vero Altare, il primordiale, nasce dal desiderio del singolo di “sollevare” la sua offerta, di percorrere quello “scalino” che intimamente lo congiunge al suo credo. Che sia dunque una foto incorniciata accanto al focolare, una muschiosa nicchia nel bosco, un florilegio a sorpresa nel cestino giallo di strada, una collezione color cipria di oggettini votivi, un murales nell’angolo equivoco della città, ceri e pareti rosse nel saliscendi delle scale, composizione di frutta, sabbia o neve, pittura arlecchina di mani bambine… ve li proponiamo molto più caratteristici e stravaganti del solito, molto più intimi, molto più Cipria.