A mani giunte

Frizioniamo le mani nel freddo, le avviciniamo per supplicare perdono, le stringiamo per farci coraggio, per raccogliere fiori, per appoggiarci il mento, per tenerle al caldo. Le accostiamo alla bocca nel dubbio, le congiungiamo nel desiderio. Se chiudi gli occhi e ci credi si avvera.
In oriente nel saluto, nel ringraziamento, nella preghiera le uniscono. Nella preghiera le uniamo, qui. Nel per favore. Come i bambini, come gli anziani. Come gli adulti, gli adolescenti, i giovanotti, le ragazze in età da marito, le zitelle, le suore, le vedove, i duchi, i re, i calzolai. Preziose mani. Stiamo tutti a preoccuparci del cuore, della testa, dell’anima che neanche si vede, e mai nessuno a dire “grazie di avermi dato le mani”, mentre, magari, le congiunge. È stare vicino a sé stessi, unire le mani. È un po’ applaudirsi, in silenzio. Un gesto lieve. Come la Cipria.